Per gli insegnanti

Contiamo su di voi

Il presente ed il futuro dell'educazione e della cultura dei nostri figli sono nelle vostre mani. In voi insegnanti è riposta la speranza che la conoscenza nonché la formazione sulla neurodiversità dei nostri figli si diffondano e vengano accolte nelle classi. 

Un bambino che non si sente compreso dai suoi insegnanti sarà, inevitabilmente, un bambino la cui autostima avrà grosse difficoltà di sviluppo, potrà andare incontro a comportamenti disfunzionali e faticherà notevolmente ad adattarsi. Vorremmo che poteste, come noi, vedere nella plusdotazione un'occasione premiante. 

Crediamo nell'inclusione, non nelle scuole "speciali" né per loro né per nessun'altra diversità. Abbiamo, in Italia, una buona normativa sull'inclusione, sappiamo però anche quanto, per voi insegnanti, sia difficile realizzarla a causa dei pochi strumenti messi a vostra disposizione, e come difficile sia farlo, in classi troppo numerose. 

Ci auguriamo insieme a voi che la situazione possa essere migliorata ma, nell'attesa, non dobbiamo perdere di vista il focus e rendere quel patto educativo, una reale e costruttiva collaborazione tra insegnanti e famiglie. Una buona scuola dovrebbe nutrire ugualmente bene la natura di ciascuno studente. Non abbiamo tutti gli stessi talenti ma dovremmo avere tutti uguali opportunità di sviluppare quelli che abbiamo.

QUEL GRANDE PUZZLE CHE NON SIAMO MOTIVATI A COMPORRE di Giovanni Galli, psicologo e pedagogista

Lo si sa: rispondere ad una domanda aperta, organizzare un pensiero, spiegare qualcosa, per un ragazzo APC può essere difficile.
Sono molte le descrizioni dei docenti tipo: "sa molte cose, ma poi quando si tratta di spiegare od eseguire sembra che non sappia più nulla".
1) Ebbene, eseguire un puzzle di 1000 pezzi esige competenze organizzative maggiori e differenti, rispetto l'esecuzione di un puzzle di 10 pezzi. Per questo, ad un ragazzo APC, può risultare difficile spiegare una conoscenza, rispondere ad una domanda. Perché lui, invece di organizzare 10 tesserine, ne ha molte di più. Anzi, magari gestisce contemporaneamente due puzzle mescolati fra loro (come mi è capitato di vedere) ...
Se considerate poi il commento di una ragazza APC, a questa mia spiegazione del suo funzionamento cognitivo: "si ho capito, quindi si possono commettere molti più errori", introduciamo il tema dell'ansia.
2) Questa cosa va tenuta debitamente in conto.
Per esempio quando, in sede diagnostica, lo psicologo immagina che il ragazzo APC debba pure essere precoce nelle acquisizioni operatorie, che so: nelle conservazioni della materia, delle lunghezze, oppure delle quantità, e quant'altro.
Invece no. Addirittura, considerata la gestione della quantità delle informazioni, che deve attuare un ragazzo APC, possiamo attenderci ad una lentezza nella elaborazione di un nuovo pensiero.
O la pigrizia! Per realizzare un puzzle di 100 pezzi (anziché 10) ci vuole una bella motivazione. "E chi me lo fa fare?". Prima di dire che il ragazzo è pigro, forse vale la pena capire se è sufficientemente motivato!
Sappiamo che lo sviluppo operatorio si fa quando il ragazzo si stacca dal dato percettivo, per ragionare sulle proprie azioni. E cosa succede allora quando il dato percettivo è moltiplicato? Ci si può ben aspettare un momento di dubbio.
E' quindi interessante scoprire (Planche e Gicquel 2001) che i ragazzi APC si differenziano dagli altri solo per la precocità alle prove di quantificazione delle probabilità, nella scala metrica EPL.
A ben pensare, non c'è da meravigliarsi: la quantificazione delle probabilità ha certamente a che fare col bisogno di organizzazione dei dati!
Per il resto le scale metriche dello sviluppo operatorio, quali l'EPL o l'UDN non indicano differenze significative di sviluppo.
Se il ritmo di sviluppo sembra essere analogo alla popolazione standard, gli studi che si occupano di precocità e sviluppo del pensiero operatorio indicano piuttosto delle differenze funzionali: una volta raggiunta una nozione, la qualità del funzionamento dei soggetti precoci favorisce la rapidità nell'elaborazione delle nozioni, come una applicazione più sistematica e generalizzata.
Planche (2000) indica pure un ritmo inabitualmente rapido nell'acquisizione delle conservazioni e rappresentazioni spaziali, appena raggiunti i primi livelli.

APC SUPPORTER di Manuela Cianella, psicologa e pedagogista

L'importanza della necessità di supportare i bambini e i ragazzi ad alto potenziale cognitivo (APC) attraverso piani di studi individualizzati è ben espressa nella "Teoria del Ghepardo" di Stephanie S. Tolan.

"L'animale più veloce della terra in situazioni normali, può apparire goffo rispetto ad altri felidi. Allo stesso modo vi sono bambini intellettualmente più dotati della media, dei quali non è compreso il talento o le necessità emotive per via delle loro differenze.
Gifted significa "colui a cui è stato dato un dono"; in una società egualitaria a tutti i costi, perdiamo di vista una delle parabole più importanti, quella dei talenti.

Il più delle volte, quando il bambino presenta "in eccesso" alcuni tratti caratteristici, possono emergerne solo i difetti: stati d'ansia, depressione, perfezionismo, personalità oppositiva, dislessia, iperattività, deficit d'attenzione o sindrome di Asperger. Ci sono molti talenti da coltivare, ma avendo ricevuto moneta di un altro conio, all' "occhio del leone", sembra che non ve ne siano per niente.
Invece di considerare lo sviluppo della persona nella sua interezza e complessità, il potenziale mentale è sempre più percepito come sinonimo di riuscita scolastica o accademica e adattamento alla società. Gli altri talenti? Sono scartati.

L'intensità, la sensibilità e la sovreccitabilità sono caratteristiche primarie del grande talento e, insieme al desiderio di autonomia, sono necessarie per realizzare a pieno la propria personalità e cambiare il mondo che ci circonda.

Le sovreccitabilità sono innate ed indicano una differenza nella reazione stimolo- risposta superiore alla norma. La persona reagisce con più forza del normale o per un periodo più lungo ad uno stimolo che può essere impercettibile ai più. Esse non comportano solo fattori psicologici, ma una maggiore sensibilità del sistema nervoso centrale che determina una reale differenza nella rappresentazione cognitiva della realtà e nella qualità dell'esperienza psicomotoria, sensoriale, intellettuale, immaginativa, ed emotiva. "Chi manifesta diverse forme di sovreccitabilità, vede la realtà in un altro modo, più forte e più sfaccettato" (Dabrowski).

I bambini brillanti possono sentirsi circondati da leoni che li prendono in giro o li evitano per le loro differenze, questi ultimi possono addirittura arrivare ad attaccarli o drogarli per farli muovere al passo con loro. Nelle scuole gli viene chiesto di fare quello per cui non sono mai stati disegnati (come ghepardi a cui viene richiesto di dilaniare la pelle di una bestia selvaggia con i loro artigli; dopo tutto i leoni possono farlo!) mentre i loro attributi naturali - intensità, passione, energia, indipendenza, ragionamento etico, curiosità, particolare senso dell'umorismo, interessi inusuali e insistenza riguardo la verità e l'accuratezza - sono considerati problemi che necessitano di essere sistemati, ignorati o etichettati come disturbi.

Per sviluppare non solo la capacità fisica ma anche la strategia necessaria a catturare un'antilope in natura, un ghepardo deve poter cacciare e avere un modello da seguire. Senza istruzione e pratica è difficile che possa imparare le essenziali capacità di sopravvivenza, specifiche per ogni individuo.

Se non facciamo voto di salvare questi bambini dall'omologazione o da "cure" sbagliate continueremo a perderli. Verrebbe perso, con essi, qualsiasi beneficio che la loro singolare visione del mondo possa portare."

Un progetto pedagogico personalizzato di Giovanni Galli, psicologo e pedagogista

Quali sono e necessità di crescita di un plusdotato a scuola?

Molta letteratura parla delle difficoltà scolastiche dei giovani plusdotati. Nella letteratura francofona abbiamo letto per esempio che 1/3 non riesce, che 1/3 si barcamena e che 1/3 se la cava bene o molto bene.
Difficile confermare questi dati.
In primo luogo perché non esiste uno studio longitudinale. Come per le questioni psicologiche, queste affermazioni si basano principalmente sulla popolazione in consultazione, presentano quindi una distorsione metodologica.
Secondariamente non è dato sapere a cosa corrispondano esattamente il "non riesce" o il "si barcamena".
Il non riuscire non significa "bocciare". Molte sono le condizioni di disagio e di insuccesso. Il sottorendimento ne è una realizzazione.
"Il sotto rendimento, o scarso rendimento, può essere semplicemente definito come un rendimento scolastico significativamente inferiore a quello previsto, ciò sulla base di alcune prove e/o segni attendibili. Quando la discrepanza fra potenziale e rendimento sembra essere significativo per l'insegnante e/o per i genitori, bisogna portare attenzione alle specifiche esigenze dello studente e modificare la programmazione pedagogico didattica" (vedi G. Galli, Gli allievi APC, la scuola e il sotto rendimento, 2015).
Ci si può puoi chiedere se un progetto pedagogico personalizzato vada attuato in ogni caso. In verità, se si attendono i segni convenzionali di disagio, l'intervento oltre che tardivo risulterà problematico: perché oltre a gestire la situazione di precocità e di alto potenziale cognitivo, la scuola dovrà curare i problemi comportamentali reattivi, le cattive abitudini acquisite (come il dare per scontato che il docente non racconta nulla di nuovo), lo sviluppo di disturbi interiori, la sfiducia e quant'altro.
In breve, la scuola fatica a distinguere le manifestazioni internalizzanti ed esternalizzanti sul piano cognitivo.
La scuola piuttosto distingue le manifestazioni internalizzanti ed esternalizzanti sul piano degli osservabili in classe, intervenendo quando il giovane "disturba" (manifestazione esternalizzante).
Non interviene quando le manifestazioni sono interne.

I bisogni fondamentali di un ragazzo APC:

- il bisogno di riconoscimento: non è accettabile che degli allievi siano condotti a una situazione di insuccesso e di sofferenza. Non è accettabile attendere eventuali segni di sofferenza per calarci sul bisogno ed il riconoscimento di questi ragazzi.
Ciò implica prima di tutto portare uno sguardo comprensivo e corretto su di loro.
Ciò implica una diagnosi precoce e una giusta analisi della situazione.

- Il bisogno di prevenzione, di mediazione e di cura: le mancanze, gli squilibri presenti in molti di questi ragazzi devono essere trattati, meglio prevenuti.
La grande (specifica) differenza tra potenze intellettuali e competenza esecutiva va presa in considerazione, a prescindere.

- Un bisogno di motivazione: bisogna che i ragazzi APC possano trovare in aula delle risposte alle domande che li abitano, delle conoscenze che attendono sui soggetti che gli interessano, da parte della scuola. Ma anche un aiuto e degli stimoli per attivare gli apprendimenti che sono loro necessari e di cui non percepiscono sempre l'importanza ed interesse.

- Un bisogno di equilibrio psico affettivo e sociale. La scuola deve compensare l'isolamento al quale questi ragazzi giungono.

Varie sono le strade per l'organizzazione di un progetto pedagogico personalizzato. Innanzitutto ricordo come questo debba tradursi in contratti didattici specifici molto concreti, a seguito della valutazione iniziale delle competenze e delle difficoltà, come dei bisogni dell'allievo.
Il progetto sarà poi oggetto di una valutazione regolare e soggetto alle progressive necessarie modifiche.

  • Un corso scolastico ordinario, completato con delle attività personali organizzate secondo obiettivi pedagogici mirati.
  • L'organizzazione di gruppi specifici, che permettono l'approfondimento di alcune tematiche.
  • Il raggruppamento degli allievi su un progetto o la formazione di gruppi di bisogno.
  • La partecipazione a classi superiori in determinate discipline.
  • L'offerta di attività complementari.
  • Un apprendimento in autonomia, individuale, a partire da un contratto didattico.
  • Un programma personalizzato che privilegi alcune discipline, con dispensa di altre.
  • L'elaborazione di un progetto globale dell'istituto.
  • L'iscrizione in una pluriclasse.
  • Possibilità di scegliere alcune discipline in un'altra classe.
  • L'accelerazione del corso, con l'accompagnamento che necessita.
  • L'approfondimento, con l'accompagnamento che necessita.
  • L'arricchimento, con l'accompagnamento che necessita.
  • La partecipazione ad attività extra scolastiche.
  • Una pedagogia per progetti.
  • Un tutorato, un docente di sostegno che seguono e sostengono il giovane

Va poi portata l'attenzione necessaria alla corretta gestione ed apprendimento dei processi esecutivi. E giusto stimolare, arricchire, accelerare. Va immaginato e strutturato però anche il fronte esecutivo.

Attenzione a non occupare però tutto il tempo del ragazzo! Un pedagogia per l'APC non significa farlo lavorare di più, ma lavorare in maniera differente.
Dargli qualche scheda più complicata servirà ad occuparlo per un po'. È un cerotto.

Attenzione: si ha torto di pensare che l'insegnamento da dare a ragazzo APC debba basarsi unicamente sul principio dell'individualizzazione. Il metodo (lo scopo) non è quello del fare in un contesto del tutto privato, personale e solipsista: ciò di cui ha bisogno è imparare in un'altra maniera ed incontrare altre persone nel processo di apprendimento.